Le vite non vissute te le trovi tutte qua, in questa città che sa sempre di fumo, vapore e nebbia strana che esce da sotto la terra.
Oggi ero alla 14 st., Union Square. Aspettavo la metro per andare a Brooklyn. Il muro di fronte a me era un misto di ruggine, calcinacci e muffa che scendeva verso il basso. E' come se si stesse sgretolando lentamente, come se perdeva pezzi in un lungo slow motion. Non era male. La decadenza della metropolitana racconta molto di più di quello che si può vedere fuori.
E forse è proprio per questo che questa città la sento mia, ci sto bene come in poche altre parti dove sono stato.
Me lo chiedevo mentre l'aereo atterrava una settimana fa: mi piacerà ancora? non resterò deluso?
Come mangiare sempre la stessa cosa, dopo un pò ti sembra di diventare abitudinario.
E invece scendo dall'aereo e penso che ci potrò stare al massimo sei mesi. Mi sembrano pochissimi.
C'è da dire che io mangio sempre le stesse cose, quindi c'è una certa coerenza.
Non so bene che rapporto sto instaurando con questo posto.
Per me è un gigantesco autogrill, di quelli a ponte che si trovano dalle parti di Bologna.
E' un non-luogo immenso, dove c'è sempre uno sgabello davanti alla vetrata e puoi guardare il traffico che ti passa sotto i piedi, senza fermarsi mai.
Questa settimana inizierò i miei report, in maniera più o meno regolare.
Mi son preso una settimana per riempire i polmoni, comprare bibite gasate piene di coloranti e sistemare le mie cose nel mio basement in una via piena di belle intenzioni e auto in vendita: northern boulevard.
E questa sera sono andato finalmente a mangiare la mia pizza da Carmine, a Williamsburg.
Sono tre anni che mi vede sempre comparire a metà settembre, e puntualmente mi stringe la mano e mi passa la mia pizza cheese.
Come se non fossi mai andato via.
N.Blvd, 16|09|10
The Turn (Opus) from Fredo Viola on Vimeo.
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