[ È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva. ]
John Keating (Robin Williams), in L'attimo fuggente, 1989

VIVIAN MAIER. IL TEMPO DI UNO SCATTO.


Jhon Maloff era uno storico appassionato ed era diventato il presidente della Northwest Chicago Historical Society, una piccola associazione sulla storia del proprio quartiere dove viveva, a nord di Chicago.
Era il 2005, e lui abbastanza giovane.
Tra le iniziative che portava aventi la piccola associazione c'era quella di realizzare un libro sul loro quartiere. Iniziò a lavorarci con un amico e decise che gli sarebbero servite almeno un centinaio di fotografie. Pensò che la cosa migliore era iniziare a cercarle direttamente per il quartiere, e così iniziò a frequentere le aste pubbliche della zona. A una di queste un giorno ci trovò una scatola enorme con dentro migliaia di negativi fotografici e una scritta: CHICAGO.

La scatola non si poteva aprire, quindi non aveva idea della qualità dei negativi o di cosa rappresentassero.
Nella speranza di trovarci qualche foto utile per il libro rischiò, e ci spese 400 dollari. 
Nel box non trovò nessuna foto che sperava di trovare. Niente di storico e nulla di utile per il libro. Non capiva molto di fotografia, lavorava come agente immobiliare gli piaceva collezionare oggetti antichi certo, ma di foto non ci prendeva un granchè.
Mise il gigantesco box di foto nell'armadio e si concentrò sul libro, che finì dopo un po' di tempo.

Passò un anno o due, e la scatole rimase nell'armadio. Poi un giorno la tirò fuori e iniziò ad esaminare meglio le foto. C'erano decine e decine di pellicole ancora non sviluppate, tantissimi negativi. Allora prese uno scanner e realizzò delle scansioni digitali. Erano quasi tutte foto degli anni '5o e '60, fotografie prese per strada che documentavano la vita e la società e spesso compariva una giovane donna fotografata riflessa negli specchi, nelle vetrine, dove capitava. Era lei l'autrice di quegli scatti. Ne lesse il nome su alcune bobine di pellicola. Vivian Maier.

La nuova vita di Jhon Maloff iniziò così.
Prima si comprò anche lui una macchina fotografica, e iniziò a fare foto per strada, come l'autrice dei negativi che aveva trovato e che lo avevano ispirato al punto da appassionarsi alla fotografia.
Poi iniziò a cercare l'autrice. Ci mise un po' di tempo ma alla fine ci arrivò, anche se tardi.
Lo scoprì dall'archivio del giornale locale che era morta pochi mesi prima.
Il 21 aprile del 2009. Aveva 83 anni.

Ma la sua ricerca non si fermò. Appurato che Vivian Maier non aveva parenti iniziò a cercare quelli che l'avevano conosciuta. Con molte difficoltà, perchè c'erano poche tracce della sua vita.
Poi aprì un account su flickr, e inizò a postare i negativi scansionati.
Chiese ai visitatori ulla sua pagina cosa poteva fare con queste foto, se qualcuno conosceva l'autrice.
Fu così che lentamente, nel giro di qualche mese, l'identità di Vivian Maier si rivelò.


Vivian Maier era una bambinaia che aveva sempre vissuto in diverse famiglia, a NYC prima e a Chicago poi, e cresciuto generazioni di bambini.
Non aveva mai fatto mostre, mai pubblicato libri.
Anzi, quelli che la conoscevano neanche sapevano che avesse questa passione.
Aveva un piccolo armadio nella sua stanza, con le macchine fotografiche e le pellicole.
E le fotografie lei non le mostrava mai a nessuno. Non ne aveva bisogno.
Spesso non le mostrava neanche a sè stessa, sono rimasti centinaia di rullini non sviluppati.
Era lo scatto che cercava. Poche frazioni di tempo.
Vivian Maier era una fotografa, e questo le bastava.










Nessun commento:

Posta un commento

per favore: fai in modo che i tuoi commenti siano in linea con questo sito, non sprechiamo tempo ed energie ma usiamoli per costruire.